Medioevo

Le lotte interne in seno ai vari emirati arabi rendevano instabile la zona di Curcuraci, come innumerevoli volte ripetuto, quest'area aveva ed ha un importante interesse strategico, per posizione e risorse, tanto che varie fazioni soprattutto musulmane, si contendevano il controllo della zona, ma a causa della prensenza di fitti boschi era quasi impossibile avere il pieno controllo sul territorio che veniva spesso usato come fonte di viveri per le navi (spesso pirata) che facevano scalo nelle spiagge sottostanti o come rifugio sicuro per la popolazione locale nel caso avistasse dalle alture (ad esempio dai due campi citati nei precedenti artircoli) navi ostili. Da fine 800 sino all'anno 1000 la popolazione del luogo subì incursioni piratesche e occupazioni musulmane che portarono tirannie ma anche cultura (molte delle conoscenze legate all'irrigazione e all'agricoltura si ritiene provengano dall'oriente, un esempio palese sono la tecnogia di canalizzazione delle acque e l'introduzione degli agrumi nel territorio), tanto che lo stesso nome "Curcuraci" si pensa derivi da parole di origine araba.

Una storia del tempo che descrive pienamente quanto fosse fitta la vegetazione del luogo e quanto fosse facile usare quei boschi come rifiugio e roccaforte fu la fuga del conte Ruggero e il suo tentativo (successivamente riuscito) di cacciare i musulmani e far diventare normanne quelle terre.

Nel 1060 Saccano, un antenato della famiglia Saccano di Massa S. Lucia, chiese l'intervento Normanno per un definitivo allontanamento dei musulmani dal messinese, soprattutto erano mal sopportate le incursioni piratesche, i pirati si appropriavano indebitamente di buona parte delle risorse presenti nel territorio. Il Conte Ruggero, venuto a conoscenza dei fatti inviò una spedizione di 200 uomini che fece sbarco tra S. Agata e Torre Faro. Il numero di soldati era esiguo perchè i normanni credevano (convinti che molti fossero insofferenti alla dominazione araba) di trovare volontari locali che si unissero alla causa, cosa che non accadde perchè buona parte della popolazione del luogo non era del tutto ostile alla dominazione araba (ciò che mal sopportavano erano i disordini dovuti alla pirateria ed i continui cambi di governo).

Durante la prima incursione lo scarso numero di uomini impedì al conte Ruggero di entrare nella città e con un ricco bottino (saccheggiato dalle zone limitrofe) ritornò in Calabria. Nel 1061 fece una seconda incursione, questa volta con 500 uomini e l'appoggio interno di un leader musulmano Ibn-Thimma, che spodestato dal governo della Sicilia da Ibn-Hanasci promise ai normanni parte di questa se gli riavessero fatto ottenere quanto perduto.

La seconda incursione era stata ben studiata e sotto consiglio dell'alleato musulmano si pensò di colpire Rometta in cui vi era una roccaforte nemica ma l'impresa fallì e anche qui per colpa dell'esiguo numero di uomini.

i normanni, come i pirati, si limitarono quindi a depredare il territorio, ma anche questo fallì perchè i musulmani avevano fatto tesoro di quanto accadde un anno prima e mentre Ruggero tentava di imbarcare tutto il bottino del saccheggio fatto tra Spadafora ed il Faro, tra cui numerosi capi di bestiame venne attaccato. Le avverse condizioni meteo gli impedirono di fuggire via mare, un forte vento di scirocco imperversò nell'area per tre giorni così fu costretto a fuggire e rifugiarsi verso i boschi di Curcuraci.

In questo caso i normanni non si comportarono come liberatori ma piuttosto anch'essi come razziatori di risorse, il territorio era continuamente teatro di invasioni piratesche e cambi di governo causati da continui scontri tra i vari emirati ma ciò non toglie che i normanni stessi fossero degli invasori che sotto l'autorizzazione papale erano stati inviati ad occupare la Sicilia.

Cambiato il vento, Il conte Ruggero decise di creare un diversivo e mandare pochi uomini in avanguardia dal Torrente Pace, così che la fuga delle truppe fosse coperta, infatti queste puntavano al limitrofo Torrente Guardia. I musulmani da S. Agata si dirigevano verso pace, informati della presenza normanna furono presi di sorpresa da Ruggero che lo attaccò di sorpresa da Guardia. L'attacco riuscì e Ruggero con un esiguo numnero di uomini, grazie all'effetto sorpresa fece credere ai musulmani che disponesse di un grosso esercito, infatti questi, impauriti, si chiusero entro le mura cittadine. Ruggero riuscì quindi ad imbarcasi e fuggire verso le calabrie con perdite minime ed il frutto dei saccheggi.

Ruggero, cristiano devoto si promise di far costruire delle chiese in quei luoghi tanto che a Reggio Calabria edificò immediatamente dopo la Chiesa di S. Andronico e a Curcuraci, proprio dove aveva avuto salvezza e rifugio edificò, una volta occupato il territorio (circa un decennio dopo) la chiesa di Guardia dedicata prima alla Madonna della Scala e successivamente alla Madonna dell'Idria (del Buon Viaggio) a causa di un quadro aggiunto successivamente al suo interno, oggi però non è rimasto niente (anche se li vicino è presente il santuarrio della Madonna di Guardia, voluto a ricordo della vecchia chiesa e della torre Azzarello, nel 1923). Soltanto nel 1100 viste le continue incursioni di pirati e musulmani nell'area la chiesa prende il nome di Madonna di Guardia, i fedeli chiedevano appunto l'aiuto della Madonna ed edificarono appunto un posto di guardia a tutela della zona, per dare l'allerta in caso di attacco e tentare di correre ai ripari.

Purtroppo della vecchia chiesa resta poco, ma Ruggero in quelle zone edificò anche un convento, a Massa S. Giorgio gestito dai monaci basiliani, di cui ancora oggi sono presenti i ruderi.

Nell'alto medioevo si narra dell'apparizione della Madonna ad un contadino di Curcuraci, da questo avvenimento e dalla sua storia scaturiì l'edificazione del tempio omonimo (la storia del miracolo e della chiesa è riportata nella sezione territorio in cui vi è un capitolo dedicato alla struttura). Nel 1347 la città di Messina è colpita dalla pestilenza ed anche Curcuraci ha gravi perdite. In quell'area per tutto l'alto medioevo vi è una piccola concentrazione di case ma una densa presenza della chiesa, Curcuraci già conosciuta per la sua posizione geografica trae uteriore fama dal racconto.

A quanto sembra l'apparizione della Madonna dei Bianchi a Curcuraci da il via ad una serie di processioni penitenziali la cui consuetudine si diffonderà in tutta Europa (grazie a militari e ai dominatori che tornando nei loro paesi parlavano dell'apparizione della Madonna diffondendo l'usanza della processione e facendola diventare parte integrante delle loro culture locali), queste si protrarranno per oltre 500 anni, sino al 1826, in cui fu destituita l'arciconfraternita dei bianchi per motivi che spiegheremo nei prossimi articoli.