XVIII e XIX secolo


Incisione in rame (cm. 43,5 x 50) di A. Rizzi Zannoni 1762

Premessa:

Dopo il terremoto del 1693, il settecento è un secolo in cui si punta alla ricorstruzione della città di Messina, Curcuraci, anche se meno colpita (perchè con meno costruzioni) non è rimasta esclusa dal disastro. In questo secolo le acque dello stretto si fanno più sicure e le incursioni piratesche vanno diminuendo grazie alla formazione del Regno delle Due Sicilie nel 1734, che stabilizza la zona. Napoleone intanto invade l'Europa e Curcuraci a cavallo tra 1700 e 1800 è uno dei punti chiave non solo per i Borboni in se, per l'esercito inglese, venutogli in aiuto e per l'avanzata napoleonica che tenta d'invadere il Regno delle Due Sicilie e vede nello stretto un'area di interesse primario. Dopo Napoleone nel 1800 i moti Risorgimentali e l'unificazione del Regno d'Italia sono un'altra pietra miliare degli eventi che hanno delineato il periodo storico. In effetti i due secoli sono fondamentalmente scandito da tre grandi eventi: la formazione del regno delle due Sicilie, l'arrivo delle truppe napoleoniche e i moti rivoluzionari con la conseguente formazione del regno d'Italia.

C'è da dire che in questi due secoli (come pure precedentemente) Curcuraci ha un estensione ben diversa dall'attuale e che è cambiata nei secoli, infatti le chiese di Pace (sino al 1819) appartengono al Casale, dipendono da Curcuraci, da documenti del 1732 e del 1786 possiamo affermare con certezza che Pace fosse parte del territorio annesso a Curcuraci. Una volta Curcuraci abbracciava un area che raggiungeva l'Annunziata.
E' importante sottolineare ciò per capire il sussegiuirsi degli eventi tra poco descritti ed il perchè si fa spesso riferimento, a volte in modo quasi indistinto, alla zona montana come pure quella costiera parlando di "Curcuraci".

Già il nome "Regno delle due Sicilie" mensiona l'importanza che i Borboni danno alle terre Sicule, non di meno il suo significato è alquanto singolare per la storia d'Italia. Il primo riferimento ufficiale si ha quando Alfonso V d'Aragona riunifica il Regno di Trinacria e il Regno di Sicilia con capitale Napoli sotto la corona di Rex Utriusque Siciliae. L'uso dei termini Regno di Sicilia al di là del faro e Regno di Sicilia al di qua del faro, in riferimento al faro di Messina e quindi all'omonimo stretto, ha però origine già quando, incoronato Carlo I d'Angiò da Clemente IV rex Siciliae, la corte aragonese a Palermo rivendicava per sé tale titolo. Già da queste parole capiamo l'enorme importanza che veniva data a Messinese e nello specifico a Curcuraci e a Faro.

Il Regno delle due Sicilie porta nuovo lustro alla Sicilia e a tutto il meridione, purtroppo, dopo il 1860 la vittoria dei Piemontesì alterò la storia e vi è credo comune nel ritenere che i Borboni fossero oppressori e lasciassero la popolazione nell'ignoranza, quando invece molti investimenti furono fatti per la cultura (vedi le spese fatte per le università) e le tecnologie avanzate, che portarono il regno in una posizione di avanguardia tecnologica e culturale tanto che napoli stessa faceva concorrenza ed aveva sistemi che le grandi capitali del tempo adottarono successivamente (vedi l'illuminazione), ecco un elenco di ben 52 primati (tratti da "Le Industrie del Regno di Napoli di De Crescenzo):

AnnoPrimato
1735Prima Cattedra di Astronomia, in Italia, affidata a Napoli a Pietro De Martino
1754Prima Cattedra di Economia, nel mondo, affidata a Napoli ad Antonio Genovesi
1762Accademia di Architettura, una delle prime e più prestigiose in Europa
1763Primo Cimitero italiano per poveri ( il "Cimitero delle 366 fosse" , nei pressi di Poggioreale a Napoli, su disegno di Ferdinando Fuga)
1781Primo Codice Marittimo nel mondo (opera di Michele Jorio)
1782Primo intervento in Italia di Profilassi Anti-tubercolare
1783Primo Cimitero in Europa ad uso di tutte le classi sociali (Palermo)
1789Prima assegnazione di "Case Popolari" in Italia (San Leucio presso Caserta)
1789Prima istituzione di assistenza sanitaria gratuita (San Leucio)
1792Primo Atlante Marittimo nel mondo (G Antonio Rizzi Zannoni, Atlante Marittimo delle Due Sicilie.(vol. I) elaborato dalla prestigiosa Scuola di Cartografia napoletana)
1801Primo Museo Mineralogico del mondo
1807Primo "Orto Botanico" in Italia a Napoli
1812Prima Scuola di Ballo in Italia, annessa al San Carlo
1813Primo Ospedale Psichiatrico italiano (Reale Morotrofio di Aversa)
1818Prima nave a vapore nel mediterraneo "FerdinandoI"
1819Primo Osservatorio Astronomico in Italia a Capodimonte
1832Primo Ponte sospeso, in ferro, in Europa continentale ( sul Garigliano )
1833Prima Nave da crociera in Europa " Francesco I "
1835Primo istituto italiano per sordomuti
1836Prima Compagnia di Navigazione a vapore nel Mediterraneo
1839Prima Ferrovia italiana, tratto Napoli-Portici
1839Prima Illuminazione a Gas di una città italiana (terza in Europa dopo Londra e Parigi) con 350 lampade
1840Prima Fabbrica Metalmeccanica d'Italia per numero di operai (1050) a Pietrarsa presso Napoli
1841Primo Centro Sismologico in Italia presso il Vesuvio
1841Primo sistema a fari lenticolari a luce costante in Italia
1843Prima Nave da guerra a vapore d'Italia (pirofregata "Ercole"), varata a Castellammare
1843Primo Periodico Psichiatrico italiano pubblicato presso il Reale Morotrofio di Aversa da Biagio Miraglia
1845Prima Locomotiva a Vapore costruita in Italia a Pietrarsa
1845Primo Osservatorio Meteorologico italiano (alle falde del Vesuvio)
1852Primo Telegrafo Elettrico in Italia (inaugurato il 31 Luglio)
1852Primo Bacino di Carenaggio in muratura in Italia (nel porto di Napoli)
1852Primo esperimento di Illuminazione Elettrica in Italia a Capodimonte
1853Primo Piroscafo nel Mediterraneo per l'America (Il "Sicilia" della Società Sicula Transatlantica del palermitano Salvatore De Pace: 26 i giorni impiegati)
1853Prima applicazione dei principi della Scuola Positiva Penale per il recupero dei malviventi
1856Primo Premio Internazionale per la Produzione di Pasta (Mostra Industriale di Parigi)
1856Primo Premio Internazionale per la Lavorazione di Coralli (Mostra Industriale di Parigi)
1856Primo Sismografo Elettromagnetico nel mondo costruito da Luigi Palmieri
1859Primo Stato Italiano in Europa, per produzione di Guanti (700.000 dozzine di paia ogni anno)
1860Prima Flotta Mercantile e prima Flotta Militare d'Italia (seconda nel mondo)
1860Prima nave ad elica (Monarca) in Italia varata a Castellammare
1860La più grande Industria Navale d'Italia per numero di operai (Castellammare di Stabia, 2000 operai)
1860Primo tra gli Stati italiani per numero di Orfanotrofi, Ospizi, Collegi, Conservatori e strutture di Assistenza e Formazione
1860La più bassa percentuale di mortalità infantile d'Italia
1860La più alta percentuale di medici per abitanti in Italia
1860Prima città d'Italia per numero di Teatri (Napoli)
1860Prima città d'Italia per numero di Conservatori Musicali (Napoli)
1860Primo "Piano Regolatore" in Italia, per la Città di Napoli
1860Prima città d'Italia per numero di Tipografie (113, in Napoli)
1860Prima città d'Italia per numero di pubblicazioni di Giornali e Riviste (Napoli)
1860La più alta quotazione di rendita dei titoli di Stato (120% alla Borsa di Parigi)
1860Il Minore carico Tributario Erariale in Europa
1860Maggior quantità di Lire-oro conservata nei Banchi Nazionali ( dei 668 milioni di Lire-oro, patrimonio di tutti gli Stati italiani messi insieme, 443 milioni erano del regno delle Due Sicilie)

Tutto questo naturalmente comportava delle spese (dovute anche alle guerre in atto), infatti in certi periodi uno dei pochi difetti contestabili al regno era la pressione fiscale, pesante per i cittadini, specialmente per i più poveri e la fermezza delle forze di polizia.

Sia nel caso dell'invasione napoleonica che dell'occupazione piemontese, gli alleati inglesi molto spesso stettero a guardare perchè nascostamente appoggiavano le azioni francesi in corso. L'unificazione d'Italia sotto l'egemonia Savoia divenne quindi la pietra di posa per una nuova creatura, il Regno d'Italia.

L'invidia degli stranieri spinse gli invasori sino al regno delle due Sicilie che poco difeso e con il placet degli alleati ai Borboni permise l'occupazione delle terre meridionali e la razzia delle ricche banche meridionali che si videro depauperati di tutte le ricchezze spostate in Piemonte, per essere ridistribuite in tutto il settentrione, ed in quel periodo, in cui l'industria e l'economia stavano rinascendo per il nord questa fu una vera benedizione, prendere i soldi al sud per costruire e arricchire il nord a scapito del meridione oramai privo di comando.

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I Borboni a Curcuraci:


Regno delle due Sicilie
Nel 1743 Curcuraci viene colpita dalla peste che uccise 132 persone, un grosso numero viste le ridotte dimensioni del paese. Sino a fine 1700 si usava seppellire i cadaveri in una fossa prossima alla chiesa, avvolti in un lenzuolo, ma in quella occasione visto l'alto numerò non si potè fare. Cambiando argomento e parlando di amministrazione, quasi tutta la documentazione riguardante tasse ed imposte dal 1796 in poi è chiara, perchè il governo borbonico mise ordine all'economia del perodo, prima della lira italiana, del 1860, esisteva il Ducato con le sue sottounità, il tarì, il grana e il piccolo. Non vi è molta documentazione riguardante i primi anni del regno, tenuto anche presente che vi fù un periodo di riassestamento e riorganizzazione generale dell'area. Le unità di misura non erano ancora uniformate al sistema metrico internazionale adottato in seguito e localmente per pesare si usavano la libbra, l'oncia (corrispondente anche al ducato) ed il tappresi. La chiesa di Curcuraci ebbe ad inizio 1800 alcune dispute inerenti le tasse con il governo borbonico, che si protrassero per diversi anni, ma infine, risolti. Inoltre, nel primo 1800 venne destituita la confraternita dei bianchi insieme ad altre a causa di disposizioni di interesse nazionale, così la processione penitenziale, durata 500 anni, dal 1347, termina il 27 Febbraio 1827 con lo scioglimento della confraternita. Purtroppo, i disordini legati ai primi moti rivoluzioniari, convinsero Ferdinando I a concedere la costituzione Spagnola alla Sicilia, come accadde a Napoli, ma mentre Palermo voleva il ritorno della costituzione inglese del 1812, Messina chiedeva quella Spagnola, i disordini derivanti da queste volontà contrastanti furono attribuiti anche alle Confraternite ed il governo decise di promulgare tra le leggi a tutela dell'ordine pubblico, una legge affinche venissero sciole le confraternite non conformi a certi parametri, in Sicilia solo tre confraternite si misero in regola con il governo, le altre chiusero.
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Il tentativo d'invasione napoleonico:

Napoleone Bonaparte decise l'occupazione del Regno delle Due Sicilie perchè i Borboni avevano contatti segreti anche con Austria e Russia, stati apertamente ostili alla Francia. Gli Inglesi si schierarono a supporto delle deboli (se paragonate all'esercito napoleonico) forze borboniche, anche se il maggior invio di truppe inglesi si ebbe dopo il 1805. Napoli e dintorni caddero immediatamente, Calabria e Sicilia, specialmente quest'ultima fece enormi resistenze, I Borboni dal 1806 riforzarono le difese Sicule (con l'aiuto degli inglesi che stanziarono più di 7000 uomini nelle colline dello stretto, il più delle truppe risiedeva a Curcuraci, nella zona del Campo, che da loro prese il nome di Campo inglese e poi in periodo fascista di Campo Italia) lasciando solo poche truppe a Reggio Calabria.
Nel Febbraio 1808 caddero le difese a Scilla ed a Reggio Calabria, così Fox, Il generale interessato all'area ricevette ed ospitò nel campo inglese i soldati che abbandonarolo le Calabrie, rinforzando ulteriormente il contingente stanziato a Curcuraci. 11 Maggio 1808 Fox fu Sostituito dal Sir John Stuart il quale capeggiava tutte le truppe stanziate sull'isola. Proprio per l'occasione, gli inglesi resero carrozzabile la Consolare Pompea da Mili a Torre Faro (per facilitare il trasporto delle pesanti artiglierie in caso di invasione francese), ed inoltre edificarono dei grandi quartieri per accampare il grosso delle truppe al "Piano dei Campi" che prese appunto da allora il nome di "Campo Inglese". Dal 1810 visto che il rischio di invasione francese andava via via crescendo, gli inglesi si resero conto che la loro permanenza doveva essere stabile così per migliorare le condizioni di soggiorno ai militari il governo inglese permise alle loro famiglie di ricongiumento, così Curcuraci divenne dimora non solo di soldati inglesi ma anche di donne e bambini. Curcuraci fu costellato da numerose tende da campo e costruzioni in pietra atte al soggiorno delle famiglie. Murat, dopo svariati tentativi di sbarco, sempre falliti grazie al continuo pattugliamento da parte di inglesi e locali delle coste sicule e dello stretto, riuscì nellimpresa al largo di Messina (Curcuraci e la zona nord erano delle roccaforti), il Generale Cavaignac, nella notte tra il 17 e il 18 Settembre sbarcò nella zona di Scaletta con circa 2500 uomini. Cavaignac però era solo, il resto delle truppe non arrivarono, i locali diedero immediatamente l'allarme e si armarono per la difesa, intanto fatto giorno le truppe del Generale Campbell avvisate dai locali misero fine all'invasione, metà delle truppe fu imprigionata, il resto riuscì a rientrare nelle Calabrie. Le perdite Inglesi e Messinesi furono minime. I francesi puntavano alla zona sud perchè più facilmente accessibile, a nord l'affiatamento con la popolazione era tale che al campo inglese addirittura 150 persone provenienti da tutto il Casale di Curcuraci si offrirono armati come meglio potevano all'esercito inglese per difendere il territorio, chiesero persino le prime file, a patto di avere come armamento i fucili.
John Stuart, Generale inglese a capo di tutte le truppe stanziate in Sicilia, nel proclama del 6 Agosto 1810 si congratula con i Messinesi e mette in risalto l'affiatamento tra inglesi e messinesi, proprio in riferimento agli uomini del casale di Curcuraci. Ecco le sue parole (gli inglesi si trovavano da più di 5 anni stanziati a Curcuraci):
"Generosi Messinesi, voi siete stati i primi a radunarvi intorno a noi. Una comunicazione di anni ci ha familiarizzati con voi come fratelli; simili ai fratelli voi vi siete uniti a noi al primo duono di una immenente agressione... I vostri contadini hanno travagliato per noi ed hanno rifiutato il prezzo della loro fatica...".
I messinesi collaborarono attivamente alla realizzazione delle strade di accesso al Campo Inglese e per la costruzione dei sotterranei, dei muri del forte ed alla sistemazione dei loro familiari.
Alcune donne di Curcuraci e S. Agata si offrirono a pari condizioni degli uomini per dare aiuto. Questa grande disponibilità da parte dei locali spinse gli inglesi a offrire loro un giusto compenso, ma gli abitanti rifiutarono. I familiari ingles, per lo più mogli, vennero spesso gentilmente ospitati dai locali o dalla chiesa che mise a disposizione parecchie case coloniche e terreni, in attesa che gli alloggi fossero ultimati. Gli inglesi erano fondamentamente cattolici irlandesi, frequentavano la chiesa parrocchiale e cominciarono anche a battezzarvi figli, sempre più di frequente con padrini e madrine del luogo! Dall'8 Luglio 1810 al 26 Febbraio 1811 sono stati battezzati nella chiesa di Curcuraci 13 bambini inglesi. Il primo è registrato nel seguente modo:
"Maria Grecon filia Petri militis britannici et Margaritae Iugalium... Patrinus fuit Franciscus Rocchi..."
Il primo esempio, seguito da tanti altri a riprova che i locali facessero da padrino e che l'affiatamento tra i due popoli fosse enorme. L'ultimo Battesimo risulta essere di Maria Collum, il 26 Febbraio 1811, dopo tale data finì la permanenza inglese nell'area, vista la fine dell'imminente pericolo d'invasione francese.
Nonostante la partenza degli inglesi, la denominazione "Campo Inglese" resterà finchè Mussolini, cercò di eliminare dalla toponomastica italiana tutto quello che riguardasse gli inglesi (quando si allontanò dalle posizioni anglossasoni) ridenominando il luogo "Campo Italia", anche se i locali continuano spesso indistintamente a chiamarlo "Campo Inglese" o "Campo Italia" o "Piano dei Campi".
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L'invasione savoiarda e il regno d'Italia:

I moti rivoluzionari e la carboneria furono lo strumento che i Savoia usarono a suggello del regno d'Italia, per combattere il fiorente regno borbonico. Così un paese libero e indipendente, col pretesto della rivoluzione e dell'unificazione italiana divenne schiavo del settentrione, la storia la scrivono i vincitori, così in tutti i libri leggeremo che i grandi uomini del risorgimento italiano fecero l'Italia unita e libera dall'oppressione straniera, quando a capo dell'Italia però non vi era un italiano ma uno straniero ed una congrega di persone dipendenti da stati esteri, collegati a questi da gemellaggi più o meno palesi, prova ne sono le continue epistole che Mazzini come altri grandi dei moti di allora scambiavano con personaggi totalmente estranei all'Italia. Alcune storiche battaglie di allora furono virtuali, combattute dagli eserciti savoiardi contro buoi e contadini analfabelti, enfatizzate ad arte dagli storici collaborazionisti in combutta con i potenti del tempo. La storia la fanno sempre i vincitori.
Curcuraci non è indenne a ciò e come una ruota intorno al suo asse appena colpita cominciò a girare.
In ogni caso a Curcuraci dopo l'unificazione dell'Italia sono iniziati lavori di ristrutturazione per tutto il paese, sia la chiesa che molte delle case coloniali furono ristrutturate, inoltre, tra il 1885 e il 1890 venne edificata la chiesetta di S. Giuseppe, limitrofa all'omonma contrada vicina al torrente Pace, Luigi Costa Saja (di cui possediamo un documento inerente le acque di quel periodo) era allora stato scelto da Monsignor Guarino, arcivescovo di Messina per l'edificazione del tempio.
Come già accennato l'unificazione dell'Italia fu un operazione fatta a scapito dei deboli per l'arricchimento di una cerchia di individui, questa azione criminale non lasciò indenne neanche la chiesa che ormai privata quasi totalmente del suo potere temporale non poteva fare più affidamento sui suoi beni, depredati e venduti ai privati dalle amministrazioni comunali che però non avevano alcun diritto su di essi, ciò fu motivo di parecchie dispute (anche a Curcuraci alcuni possedimenti della chiesa furono venduti a privati e questo causò non poche controversie ed anomalie).
L'arcivescovo Guarino intervenne nella nomina di parecchie amministrazioni parrocchiali, così fu anche per Curcuraci, quando nel 1877 fu proclamato amministratore e procuratore il Sig. Giuseppe Zappalà, incerto del suo operato il 26 Agosto 1978 l'arcivescovo nomina l'ingegner Placido Filocamo come supervisore di Zappalà, a quanto pare quest'ultimo commise delle irregolarità tanto che venne ufficialmente sostituito dal prof. Luigi Costa Saja il 27 Settembre 1889 (che ricevette anche l'amministrazione di Faro Superiore in contemporanea). La chiesa di S. Giuseppe fu appunto costruita su di un terreno donato da Saya, che probabilmente acquistò dal demanio, dopo che lo stato li aveva sequestrati alla chiesa, come precedentemente descritto.
A quanto pare successivamente Zappalà ricevette compiti minori all'interno dell'amministrazione ciò a riprova che le sue irregolarità erano probabilmente infondate o fatte per incompetenza e non per interesse, non abbiamo documentazione che spieghi la situazione ma sembra si dovettero ricredere sull'opinione creatasi intorno Zappalà.
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